N° 106
PARTE PRIMA
1.
Il Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D. sorge su un
isolotto separato dal resto del Complesso delle Nazioni Unite nel quartiere di
Turtle Bay a Manhattan ed è composto da tre edifici interconnessi che gli è valso
il soprannome di Triskelion.
In questo momento è sotto attacco da parte dell’Hydra.
La Divisione Falco bombarda dall’alto le palazzine del Triskelion con missili
aria-terra. La Divisione Dragone Marino fa lo stesso con missili mare-terra
sparati dalle imbarcazioni emerse improvvisamente nella baia. Nello stesso
momento i commandos della spietata Divisione Tigre tentano un assalto via terra
sbarcando dalle navi o paracadutandosi dagli aerei.
Per fortuna, lo S.H.I.E.L.D. ha imparato dalle
esperienze del passato: gli edifici hanno una blindatura molto efficace ed i
danni sono contenuti.
Per gli agenti operativi sul campo di battaglia le
cose non sono semplici e Dum Dum Dugan che guida la difesa lo sa bene:
-Mi sembra di
essere di nuovo in Normandia ma dalla parte sbagliata.- borbotta mentre spara.
Dum Dum Dugan vorrebbe mordersi la
lingua. Rievocare il D-Day non è stato di buon auspicio. Gli agenti attorno a
lui sembrano cadere come mosche. Era molto tempo che non si trovava coinvolto
in uno scenario così drammatico; riconosce alcuni dei feriti e dei caduti, di
alcuni ricorda anche i nomi o i familiari più stretti che riceveranno presto
orrende notizie. Cerca di ritrovare la sua imperturbabilità e riparte
all'attacco.
Le forze nemiche sono in superiorità numerica: per
ogni agente che abbatte, due ripartono all'attacco, è come se il concetto
stesso dell'Hydra stesse prendendo forma sotto i suoi occhi. Se non fosse per
la sua esperienza, i colpi di due terroristi lo beccherebbero in pieno petto, e
invece balzando via ottiene solo l'effetto di essere gambizzato.
Non dà loro la soddisfazione di urlare, digrigna i
denti mentre cade pesantemente, rotola con le gambe fuori uso, sta comunque per
cercare di sparare gli ultimi proiettili della sua pistola, ma altri due
avversari sono di lui con i fucili puntati e non farà mai in tempo a schivarli.
Gli uomini non hanno il tempo di premere il grilletto:
uno scudo rosso bianco e blu li colpisce alla schiena, uno dopo l'altro, come
una carambola. Pochi istanti dopo una figura femminile in costume piomba in
mezzo agli altri attaccanti.
-Capitan America!-
esclama uno di loro.
-Ma che bravo.-
replica Liz Mace recuperando lo scudo.
La comparsa della donna è come un'apparizione mistica
per Dugan, non solo perché gli ha salvato la vita, ma perché vederla all'opera
mentre sbaraglia gli avversari è uno spettacolo - che non può permettersi di
gustare più di tanto. Anche dalla sua posizione di svantaggio, deve continuare
a fare la sua parte, e così, bloccato per terra, ricarica le sue armi e si
vendica gambizzando quanti più agenti dell'Hydra può.
Elizabeth Mace è una furia inarrestabile. Il suo scudo
rispedisce al mittente la salva di proiettili che le viene scaricata contro da
un lato, mentre dall'altro sforbiciate delle sue gambe atterranno un nemico
dopo l'altro. Quando gli avversari vedono cadere i loro colleghi per il fuoco
amico, fanno un passo falso, perché smettono di sparare, ed è lì che la
patriota riprende a usare il suo fido scudo come una palla da bowling capace di
fare uno strike dopo l'altro o come una palla da biliardo sapientemente
scagliata in una geometria di rimpalli.
Quando cala un relativo silenzio, i due combattenti
faticano a credere di avere un attimo di tregua. La donna ansima mentre guarda
intorno la scia di cadaveri e corpi privi di sensi. In fondo non potevano davvero
essere infiniti i combattenti di quel contingente, no?
-Le devo la
vita, Capitano.
-Non lo dica
neanche - annuisce la supereroina, chinandosi per caricare a braccia il ferito
e portarlo al sicuro.
Se questo fosse un blockbuster cinematografico, la battaglia
aerea, navale e terrestre che si è scatenata tra le forze dello S.H.I.E.L.D. e
quelle dell’Hydra con l’arrivo dei rinforzi dall’Eliveicolo sarebbe descritta
con immagini ed effetti speciali spettacolari, ma questa è la dura realtà e
quando tutto sarà finito non ci saranno comparse che si rialzeranno con sangue
finto sulle loro divise; solo tristi lettere da consegnare alle famiglie. Il
Direttore Esecutivo dello S.H.I.E.L.D. ne è consapevole più di ogni altro.
Nick Fury è l'incarnazione del principio per cui i
veri leader sono coloro che guidano gli altri sul campo di battaglia, non
quelli che li comandano dalle retrovie o al sicuro di una stanza dei bottoni. È
anche per questo se è da più di un decennio che nessuno si è ancora mostrato
all'altezza di sostituirlo alla guida dello S.H.I.E.L.D.
Al suo fianco Jasper Sitwell. Come ai vecchi tempi:
-Non cedete!-
grida a chi gli sta attorno -Siamo dalla parte della Giustizia, non perderemo!-
Caro, vecchio Jasper, è bello vedere che l’età e le
preoccupazioni non hanno smorzato il suo entusiasmo, Anche quel che resta del
vecchio Team Coulson si batte con valore ed anche Maria Hill appena arrivata da
un SUV parcheggiato poco distante.[1]
Sono agenti scafati ed hanno avuto spesso a che fare
con supereroi e supercriminali, ma sono anche esseri umani.
-Capitan
America!- si lascia sfuggire Phil Coulson, come un ragazzino che incontra uno
dei suoi idoli. -È un onore conoscerla.-
-Grazie, Agente,
sarà meglio parlarne più tardi.- gli risponde bonariamente Liz Mace, dandogli
una pacca sulla spalla.
-Giusto,
Capitano, se ne usciamo vivi, potremo approfondire la conoscenza - ribatte
Lance Hunter, stordito dalla chioma bionda dell'eroina e da quello che intravede
al di sotto del suo costume.
Fa lo spaccone ma, in realtà, non ha avuto gli zebedei
di usare un tono di voce udibile dalla leader dei Vendicatori.
-Piacere di conoscerla, signorina - continua
imperterrito, annuendo compiaciuto alla vista di Domino e della sua divisa di
pelle nera -… e... piacere di conoscerla, signor... gorilla. Mi sto davvero presentando a un gorilla parlante?- si domanda, abbassando ulteriormente il tono di
voce.
-Vorrei poter
dire che qui in America siamo abituati a questo e altro, ma sono stranita anch'io
- ammette Melinda May, gli occhi più stretti che mai, anche se non perde tempo
a giustiziare nel frattempo due agenti nemici con due colpi netti di pistola.
-Non fateci fare
altre magre figure, il Capitano ha ragione, pensiamo a combattere e
sopravvivere.- - rimprovera Phil Coulson.
Uno dei commandos dell’Hydra alle
sue spalle lo sta prendendo di mira ma non ha l’opportunità di sparare: un
proiettile alla schiena lo elimina dal gioco.
Coulson si volta e vede una
Lamborghini planare sul campo di battaglia. L’auto si ferma a mezz’aria e ne
balzano giù: una bella donna dai capelli neri con meches bianche che indossa
una versione succinta dell’uniforme dello S.H.I.E.L.D. ed un afroamericano
sulla trentina dalla testa rasata ed una benda nera sull’occhio sinistro.
-Pare che sia
arrivata appena in tempo per salvarti il culetto, eh, Phil?- dice la donna in
tono fintamente allegro.
-Contessa!-
esclama Coulson e rivolge un’occhiata perplessa all’uomo con lei, che maneggia
le armi con abilità da consumato professionista.
-Le
presentazioni a dopo, Phil.- gli dice Valentina Allegra De La Fontaine, Vice
Direttrice Esecutiva dello S.H.I.EL.D. -Ora pensiamo a sbarazzarci di questi
bastardi.-
Né Coulson, né molti di quelli che
stanno combattendo sanno che l’afroamericano in questione è il Sergente Scelto Marcus
Johnson delle Forze Speciali dell’Esercito degli Stati Uniti e non è solo
questo ma, come dice Val, ci sarà tempo dopo, se saranno ancora tutti vivi.
Gli abitanti di Washington si stanno abituando a
vedere la silhouette del supereroe afroamericano chiamato Falcon stagliarsi nel
cielo e qualcuno si chiede perché abbia scelto la Capitale come sua nuova
dimora. In ogni caso, sapere che è di ronda li fa sentire più sicuri.
Chissà che direbbero quei bravi cittadini se sapessero
che Falcon è anche Sam Wilson, Rappresentante al Congresso del 13° Distretto
dello Stato di New York situato interamente nei quartieri di Harlem e del South
Bronx nella famosa città omonima di quello Stato?
Uscire in costume è per lui il modo migliore per
schiarirsi la mente e riflettere su alcuni recenti eventi: la sua principale assistente al Congresso, Nicole
Adams, è stata costretta a fingersi morta per sfuggire a ripetuti tentativi di
assassinio collegati quasi certamente ad un’inchiesta su fughe di notizie che
lui gli aveva chiesto di seguire[2]
e proprio poche ore prima qualcuno ha cercato di ricattarlo inviandogli un
video che mostra lui e Nikki mentre fanno sesso, un video che può essere stato
ripreso solo da una telecamera nascosta nella camera da letto di Nikki.[3]
C’è forse qualche collegamento tra le due cose? Chi la spiava è anche chi la
voleva morta? Deve scoprire la verità costi quello che costi.
Il crimine non manca a Washington e non è solo quello
dei colletti bianchi, anche se l’uomo e la donna che sono a colloquio con due
afroamericani all’imbocco di un video potrebbero appartenere a quella
categoria. Lo scambio di denaro con alcune bustine chiarisce immediatamente che
tipo di transazione sia in corso.
Una sorda rabbia si impadronisce di Falcon mentre
plana verso il gruppetto: sono quelli come quei due spacciatori che danno una
cattiva nomea alla sua gente permettendo a pericolosi demagoghi di cercare
facile popolarità a scapito della fascia più disagiata della popolazione.
Piomba in mezzo a loro sbattendoli a terra. Uno tenta
di estrarre una pistola ma un colpo di una delle ali artificiali dell’eroe lo
disarma. Il secondo spacciatore l’assale con un coltello a serramanico ma Sam
gli afferra il polso e lo torce finché non si ode uno schiocco e l’uomo caccia
un urlo per poi crollare in ginocchio tenendosi il polso rotto con la mano sana.
Falcon si volge verso i due acquirenti e dice:
-Datemi quelle
bustine, adesso!-
Il tono non ammette repliche e loro
obbediscono senza protestare.
-Filate!- intima
ancora Falcon e loro non se lo fanno ripetere.
Sam si sente un po’ meglio adesso.
Prende il telefono cellulare di uno degli spacciatori e compone il 911.[4]
2.
Questa è la più grande operazione dell’Hydra da tempo
immemorabile: un’azione coordinata da aria, terra e mare. L’intento non è solo
uccidere o catturare Ward ma infliggere un colpo duro, se non mortale, allo
S.H.I.E.L.D.
È per questo che il Barone Wolfgang von Strucker sta seguendo
personalmente l’azione da vicino, sospeso a qualche centinaio di metri dal
campo di battaglia, su un velivolo in modalità stealth che - come gli altri
all'attacco diretto - è riuscito a superare le difese aeree statunitensi.
Già questo lo considera un grande successo,
soprattutto dopo le misure di sicurezza successive agli attentati dell'11
Settembre e dopo l’attacco delle Sentinelle ad opera del Teschio Rosso, anche
se tutti sanno che è un bene non nominarli nemmeno in presenza degli alti
ranghi dell'Hydra. L'attacco di oggi riuscirà a sorpassare in gloria il colpo
di fortuna di Al Qaeda?
Intanto, l’Hydra Imperiale coordina l’azione e Madame
Hydra comanda sul campo.
-Gli eroi di New
York non sono ancora intervenuti - commenta l'Hydra Imperiale, che sta avendo
un quadro generale della situazione grazie alle sofisticate strumentazioni
dello pseudo-Elivelivolo.
-Perché non
possono. È tutto calcolato: non è un caso se abbiamo colpito adesso.- rivela
Strucker, con disappunto dei presenti.
Ha la pessima abitudine di non divulgare tutte le
informazioni utili.
-Stiamo subendo
comunque ingenti perdite.- osa sottolineare l'agente di grado inferiore che
risponde direttamente all'Hydra Imperiale. Il suo indice punta su una sorta di
radar, da cui pian piano si spengono una serie di punti luminosi, ognuno per
ogni agente fuori gioco.
-Se non vogliamo
subirne altre anche qui, sarà meglio non contraddire le mie direttive.- lo
mette a tacere il capo supremo.
E il gelo cala nella stanza dei comandi.
Lo scontro nei pressi è sempre più concitato. È
perfino difficile capire chi stia vincendo. Il destino vuole che Nick Fury e
Marcus Johnson si ritrovino spalla a spalla.
-E così ti sei
voluto ficcare in questo casino, eh, figliolo?- borbotta Nick.
-Non potevo
lasciarti da solo in questo pasticcio… e poi, è difficile dire di no alla
Contessa.- replica Marcus.
-Non dirlo a
me.- ribatte Nick.
Una parte di lui è assurdamente
contenta di trovarsi lì con uno dei suoi figli, che assurde riunioni di
famiglia che ho, pensa.[5]
-Ehi, chi è quel
tipo?- chiede improvvisamente Marcus,
Dopo aver portato in salvo Lincoln Campbell[6],
lo Svanitore riappare sul campo di battaglia e solo il cielo sa quanto vorrebbe
poter scomparire altrove, all'altro capo del mondo. Non pensava di trovarsi in
una situazione del genere - un assordante concerto di spari, un fuoco
incrociato di proiettili - quando è stato costretto dallo S.H.I.E.L.D. a
lavorare per loro.
Domino gli fa da copertura approfittando del suo
potere mutante di fortuna che fa sì che le pallottole degli avversari non li
colpiscano, ma quanto durerà?
Eppure non può cedere alla paura, non può fuggire o
verrà ucciso dalle nanomacchine che gli hanno iniettato nel sangue. Fa mente
locale per ritrovare la prigioniera più pericolosa, l'inumana Alisha Whitley.
-Fa' presto.-
lamenta Grant Ward, pur con apparente calma serafica.
-Non starlo a sentire,
ma fai comunque presto - gli fa eco la mutante mercenaria, scaricando i
caricatori di due mitragliette contro l'ondata di avversari che punta a
catturare i prigionieri.
Lo Svanitore afferra il braccio della rossa inumana.
Un proiettile vagante rimbalza sulla parete di metallo e lo colpisce
all'addome, nell'istante stesso in cui si teletrasporta via con lei.
La fortuna di Domino dev'essersi esaurita per salvare
se stessa.
-Proteggete i
prigionieri!- urla Jasper Sitwell correndo verso Domino che sta facendo del suo
meglio.
Una pallottola arrivata da chissà dove lo coglie ad
una spalla. Il giovane barcolla ma riesce a non cadere e di nuovo grida:
-Ho detto di
proteggere i prigionieri, portateli al sicuro.-
-Sto cercando di
capire se lei è dannatamente coraggioso o dannatamente stupido.- gli si rivolge
Domino.
-Probabilmente
un po’ entrambe le cose.-
A parlare è stata Capitan America che mulina il suo
scudo per bloccare i proiettili e contemporaneamente si rivolge a Maria Hill e Lance
Hunter poco distanti:
-Portate i
prigionieri al sicuro all’interno. Ed è bene dividerci, ci sono altre aree da
mettere in sicurezza.-
La Hill le rivolge un’occhiataccia e
per un attimo Liz Mace teme che voglia contestare la sua decisione poi Maria si
rivolge a Hunter:
-Muoviamoci. Io
prendo la ragazza e tu il Direttore Sitwell.-
-No!- protesta
Sitwell -Io posso…-
-Hai sentito le
signore, amico?- ribatte Hunter -Non mi sembrano tipi da contraddire.-
Sitwell non è nelle condizioni di
reagire. Hunter lo sostiene ed insieme si avviano verso la palazzina più vicina
seguiti da Maria Hill che sospinge rudemente l’enigmatica Raina.
Quegli ultimi metri sembrano a tutti
loro interminabili.
Turtle Bay è forse uno dei quartieri più tranquilli di
Manhattan, una zona residenziale e di uffici che ospita non solo il Complesso
delle Nazioni Unite ma anche le sedi di parecchie missioni diplomatiche, dette
impropriamente ambasciate, presso quell’istituzione e nella città nota per la
più alta concentrazione di supereroi e supercriminali è sorprendente quanto rari
siano stati gli attacchi sia verso l’ONU che verso le ambasciate e di sicuro
non nella scala attuale.
Sulla terraferma antistante
l’isolotto dove sorge il Triskelion un gruppetto di persone sta osservando le
varie fasi dell’assalto dell’Hydra.
-Decisamente una
faccenda spinosa.- commenta Stephen J. North, agente di collegamento tra la
C.I.A. e la Task Force Congiunta Antiterrorismo, composta da agenti di varie
agenzie federali e detective del Dipartimento di Polizia di New York.
-Io lo chiamerei
piuttosto un fottuto casino.- ribatte Arthur Stacy, Commissario di Polizia
della città.
-Lì dentro ci
sono i nostri Agenti Speciali May e Coulson della sede di Los Angeles.- dice Derek
Freeman, Vice Direttore in Comando dell’ufficio locale del F.B.S.A.
-Finora siamo
stati fortunati e la battaglia è rimasta circoscritta.- interviene Lee Kearns,
il Vice Direttore in Comando dell’ufficio locale del F.B.I -Il mio ufficio ha
già attivato tutte le procedure previste in questi casi. La mia squadra SWAT è
pronta ad intervenire.-
-Anche noi.
Siamo pronti- conferma Stacy -Il Sindaco ha ordinato l’evacuazione di tutta
l’area intorno alla baia e l’intera zona è stata messa in sicurezza. Ho
richiamato in servizio tutti gli agenti disponibili ed allertato anche Codice
Blu, le loro armi speciali potrebbero essere molto utili contro l’Hydra.-
-Il Governatore
ha dichiarato lo stato d’emergenza ed invierà al più presto la Guardia
Nazionale.- interviene Raymond Halliday, Vice Procuratore Generale di Stato.
-Purché arrivi
in tempo.- borbotta Kearns.
Quello che si vede dal loro punto di
vista non è confortante.
-Dove sono i
Vendicatori quando servono?- lamenta a denti stretti qualche agente di grado
minore, innervosito dallo scenario di guerra.
3.
Una delle tre palazzine che
compongono il Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D. è la sede dell’Accademia
vengono formati i nuovi agenti ed ufficiali della più grande agenzia di
intelligence del Mondo.
All’interno l’afrocaraibica Ann
Weaver, attuale capo del Dipartimento Scienze e Tecnologie di quell’istituzione
non può che tornare con la memoria al giorno in cui l’Accademia fu presa di
mira dall’Hydra tempo prima.
-Ann…-
Lei conosce quella voce e non è
sorpresa quando vede l’uomo dai capelli e baffi bianchi elegantemente vestito
che viene verso di lei appoggiandosi ad un bastone.
-Robert, perché
sei qui?- domanda Ann, rinunciando a qualsiasi forma di protocollo.
-È stato il mio
primo pensiero.-
Non c'è bisogno di aggiungere altro. Entrambi erano
presenti quando l'Hydra attaccò e l'Agente Robert Gonzales perse l'uso di una
gamba.[7]
Se è qui, è per combattere il fantasma di quel trauma e ribaltarne le sorti. Più
difficile a dirsi che a farsi, nelle condizioni attuali.
Un rumore di vetri infranti spezza il filo dei loro
pensieri. I commandos dell’Hydra sono riusciti riescono ad entrare nell’edificio
ed i due se li ritrovano davanti.
-Un vecchio
storpio ed una negra, un magro bottino.- commenta il caposquadra.
Gonzales si mette tra loro e Weaver e replica:
-Siamo più che
abbastanza per feccia come voi.-
-Pensi di
spaventarci, vecchio?-
Per tutta risposta Gonzales gli
punta contro il bastone, preme un pulsante sul pomolo ed un proiettile coglie
il suo avversario alla gola. Un altro colpo sistema un altro sgherro dell’Hydra
ma i nemici rimasti sono troppi, le loro armi sono pronte a sparare. Senza un
miracolo, entrambi saranno sicuramente spacciati
Improvvisamente una finestra si
infrange e qualcuno piomba all’interno. Ancora una volta, Capitan America
rappresenta l'angelo della salvezza per gli Agenti dello S.H.I.E.L.D.
In questo frangente, le sue fattezze sono meno
angeliche del solito: ciò che si intravede del suo viso è sfatto, visibilmente
stanco, il costume stracciato e coperto di sangue in alcuni punti, il fiatone
ben visibile e udibile. È lo scotto di chi sta macinando chilometri per battere
a tappeto, uno dopo l'altro, i grandi spazi della base dell'Agenzia, per
salvare il maggior numero possibile di persone.
Non è sola, perché - lasciando su altri fronti
superumani come Quake e Gorilla Man - si è fatta scortare da due dei migliori
agenti umani che ha trovato tra le forze di Fury e Sitwell: l'inossidabile
coppia Phil Coulson-Melinda May del F.B.S.A..
Il trio si avvantaggia dell'effetto sorpresa per
mettere agilmente al tappeto gli aspiranti carnefici dei due membri di alto
livello dello S.H.I.EL.D.
Liz Mace è soddisfatta di averli indotti a venire con
sé perché, nonostante abbiano una certa età, i due si dimostrano macchine
implacabili. Il problema, ai suoi occhi, è che tendono a essere più violenti di
lei. Se lei è bene attenta a mettere ko i soldati dell'Hydra senza ucciderli,
per i due federali il teatro giustifica l'uso letale delle loro armi.
In un momento come questo, è al bando qualsiasi
tensione o imbarazzo tra colui che guidava il team composto dalla May, dalla
Johnson e dai Fitzsimmons e da chi ne ha preso il posto. Ognuno vive all'ombra
dell'altro, per motivi diversi, ma una mano tesa non è mai stata così ben
accetta.
-Grazie.-
annuisce Robert Gonzales, rialzandosi grazie a Coulson, che ribatte:
-Grazie a voi
per aver presidiato come potevate quest'area scoperta.-
-Com'è la
situazione?-
-Stiamo... state
perdendo molti agenti - dice Coulson, con un'iniziale defaillance. A volte
dimentica di non essere più un agente dello S.H.I.E.L.D. - ...ma considerando
le forze in campo, mi sembra che stiamo vincendo a testa alta.-
-Sì, la nostra
superiorità tecnica sta arginando i danni. Non abbassiamo la guardia!- li
incita Capitan America, mentre riprende a correre, ed è uno sprone
irresistibile per tutti i presenti. Nonostante debbano farsi strada tra i corpi
riversi di alcune giovani reclute.
Grant Ward è solo, apparentemente
dimenticato da tutti, bloccato nello stesso modo di Hannibal Lecter ne “Il
silenzio degli innocenti” ma proprio come il folle psichiatra cannibale Ward ha
trovato un modo per liberarsi ed ha deciso di usarlo adesso, sempre che resti
vivo abbastanza a lungo.
Dimostra sagacia e coordinazione invidiabile quando,
prendendo due piccioni con una fava, non solo si salva dalla scarica di
proiettili che impazzano tra gli agenti che lo vogliono catturare - vivo o
morto? - e i suoi ex alleati, ma sfrutta quegli stessi colpi per liberarsi: gli
basta, per così dire, strattonarsi per parare i colpi con i polsi e le caviglie
e fare saltare in aria le manette che lo costringevano.
-Ca##o - impreca
per il dolore, mentre si libera dai rottami e si massaggia i polsi comunque
feriti. Non ha molto tempo per darsela a gambe, ha un secondo per inquadrare la
situazione e valutare le vie di fuga più percorribili. Ne ha individuata una
alla sua destra, anche di facile accesso, se non fosse che il suo sguardo cade
sul duello in corso davanti a sé: l'agente Quake è accerchiata.
Mentre sbalza via due agenti dell'Hydra davanti a sé,
altri due stanno per giustiziarla alle spalle e, per quel che ricorda, la mezza
Inumana non ha né senso del pericolo né la supervelocità tra i suoi poteri.
Scuotendo la testa per autocommiserarsi, Grant balza
come una pantera sul terrorista più vicino, in tempo perché il colpo da lui
sparato si perda verso l’alto e lo usa come involontario ariete umano per
travolgere il suo collega, facendo mancare anche a lui il bersaglio.
-Ma che
diavolo..?!- si volta Daisy Johnson, attonita nel vedere il prigioniero libero
e nel pieno dell'azione.
Osserva Ward che raccoglie un'arma caduta e la usa per
far esplodere le cervella dei due agenti dell'Hydra.
Vorrebbe chiedergli come ha fatto a liberarsi e invece
l'unica reazione del suo corpo e della sua mente è una debole scarica che lo fa
rotolare via.
Stordito, Grant Ward
si lascia ammanettare dietro la schiena senza opporre resistenza. Sente su di
sé lo sguardo perplesso di Daisy e nei suoi occhi legge una muta domanda:
“Perché?
Nemmeno lui è certo della risposta.
Questo attacco doveva rappresentare la vittoria più
clamorosa della storia recente dell'Hydra, eppure le sue truppe cominciano a
trovarsi in difficoltà. Il tempo lavora contro di loro e lo sanno. Sarà la
presenza dei metaumani ad aver sparigliato le carte, o semplicemente i soldati
non sono veri soldati.
L'agente semplice John Johnson sa
solo che si sta pentendo di essersi arruolato nell'Hydra. Lo ha fatto sull'onda
della disperazione, come la maggioranza dei suoi compagni. Esistono mosche
bianche, come un paio di annoiati figli di papà animati dalla loro mentalità
fascista, che vogliono dimostrare di poter fare la differenza nel mondo e
ripulirlo da ciò che loro considerano la feccia.
La quasi totalità, invece, è della sua stessa pasta: senzatetto,
uomini falliti, vittime del sistema, che non hanno niente da perdere o che
covano una tale rabbia verso la società borghese che li ha abbandonati da
accettare di imbarcarsi in un'avventura che cambia la vita. Tutti, chi più chi
meno, sono coscienti che l'Hydra ha bisogno di carne da macello, quando vengono
contattati. Così come lo sentiva John, quando fu avvicinato mentre vagabondava
tra le strade di Kansas City. Che cosa aveva da perdere nell'accettare quella
proposta indecente di quell'uomo distinto? Ormai sua moglie e i suoi bambini
erano morti in quell'incidente, per colpa di quell'ispanico, e la depressione
aveva preso il sopravvento, senza che avesse trovato il coraggio di uccidersi
in modo plateale, secco. Aveva solo abbandonato il suo lavoro d'ufficio e si
era lasciato andare, contando di morire di stenti.
Il veloce addestramento aveva tenuto la sua mente
occupata e gli aveva fatto ritrovare una certa forza di alzarsi dal letto la
mattina. Non aveva pensato che si sarebbe ritrovato in uno scenario di guerra
come questo. Ha visto scorrere fiumi di sangue sia degli anonimi agenti dello S.H.I.E.L.D.
sia i compagni della Divisione Tigre con cui ha diviso l'addestramento e le
camerate: James, Jacob, Mikhail, Marc e tanti altri. Tutti rigorosamente maschi
caucasici, anche se delle nazionalità più disparate. Amici o nemici, il sangue
di tutti è dello stesso colore.
Sente che toccherà anche a lui spargere il proprio tra
le mura del Triskelion, e finalmente si ricongiungerà alla sua Margaret e ai
suoi Gabriel e Noah, anche se non crede più in un aldilà.
Poi, come un'epifania, una voce
risuona nel suo auricolare:
<<Ritirata!>>
John Johnson giura che se riuscirà ad approfittare di
questo appiglio per uscirne vivo, scapperà all'altro capo del mondo e si rifarà
una vita.
-Ritirata.- ha
ordinato poco prima il Barone Von Strucker, non senza un certo livore tra le
sillabe pronunciate.
-Ma come?! Non
possiamo dargliela vinta così! Questa è un'occasione irripetibile!- s'inalbera
Madame Hydra.
-È inutile
combattere se non si può vincere.-
- Lo S.H.I.E.L.D,
si beerà di questa vittoria per…-
-Lo S.H.I.EL.D.
avrà presto quel che si merita. Abbiamo sempre ragionato sul lungo termine e non
smetteremo oggi perché tu ti fai prendere dall'isteria.-
La donna di più alto rango
dell'Hydra serra i pugni fino a farsi male i palmi con le unghie. Che cosa
poteva aspettarsi da un'organizzazione fascista e patriarcale, se non di essere
contestata alla minima occasione di disaccordo? Per questa volta lo
asseconderà.
-Ritirata.- ribadisce funerea.
-Si stanno
ritirando - nota l'ovvio la Contessa De La Fontaine.
-Non lasciamoli
scappare così facilmente - ordina Nick Fury, prevedibilmente.
È più facile a dirsi che a farsi. Come lemmings, la
maggior parte dei terroristi si dilegua verso l'esterno e si lancia in mare,
pronta ad essere recuperata dalle imbarcazioni sottomarine della Divisione
Drago Marino, mentre la Divisione Falco funge da copertura per le forze armate
statunitensi che stanno cercando di intervenire via cielo e via mare.
-Dove pensi di
scappare? - urla Gorilla Man, balzando addosso a un agente dell'Hydra pronto a
lanciarsi in acqua e avvinghiandolo con le sue grosse braccia pelose.
-Mica solo noi
possiamo essere prigionieri dello S.H.I.E.L.D., è giusto che facciate la vostra
parte - lamenta Man-Killer, mentre gli dà man forte atterrando alle spalle
altri due criminali e resistendo ancora all'istinto di ucciderli, proprio nella
speranza che subiscano un trattamento equiparabile a quello della sua squadra.
4.
Gli ultimi agenti dell'Hydra sono
riusciti a fuggire in uno spettacolo pirotecnico e adesso è compito delle forze
armate americane braccare velivoli e sottomarini che fuggono nascondendosi
tramite le loro tecnologie di occultamento.
La polvere si sta posando e finalmente
i difensori del Triskelion possono tirare un po’ il fiato dopo una dura
battaglia. I feriti più lievi vengono portati nella vicina infermeria, per
quelli più gravi è organizzato il trasporto negli ospedali cittadini: Dum Dum
Dugan, lo Svanitore, Jasper Sitwell e migliaia di altri il cui nome non verrà
consegnato alle cronache né alla storia. Purtroppo c’è anche la mesta conta
delle vittime: centinaia, contando ambo i fronti.
Lance Hunter Jr è felice di essere vivo. Ci sono stati
momenti in cui ha creduto che non ce l’avrebbe fatta ma invece lui e tutti gli
altri della sua squadra se la sono cavata solo con graffi, lividi ed
escoriazioni, e non solo loro.
Stanno tutti facendo delle presentazioni più formali e
lui vorrebbe tanto approfondire la conoscenza di Capitan America. Deve ammettere
che ha proprio un bel…
-Scommetto di
sapere a cosa stai pensando, Agente Hunter.-
Lui si volta di scatto e si trova di
fronte la Contessa con al fianco quel nero con la benda.
-Vice Direttrice
De La Fontaine.- esclama.
-Non c’è bisogno
di essere troppo formali, puoi chiamarmi semplicemente Contessa e se dovessimo
arrivare a conoscerci meglio, magari anche Val.- replica lei ammiccando.
-Devi proprio
flirtare con tutti i maschi che incontri, Val?- interviene Nick Fury.
-Solo con quelli
che lo meritano, Nick.- ribatte Val poi si rivolge al nero -Tuo padre sa essere
un vero guastafeste, Nicky.-
Da quelli che sono vicini arriva un’esclamazione
unica:
-Cosa?-
La Contessa fa un ‘espressione da innocentina mentre sia
Nick che Marcus Johnson le rivolgono uno sguardo irritato.
-Beh, cos’ho
detto?- chiede, infine, Val -Non ditemi che volevate tenerlo segreto?-
-Ovviamente
no...- replica Nick -… ma avrei preferito essere io a scegliere quando e come
rivelarlo a chi non lo sapeva.-
-La penso come lui.-
aggiunge Marcus.
-Beh, spiacente
di avervi rovinato il vostro grande momento, ma ormai è fatta, quindi che senso
ha prendersela?- ribatte la Contessa sbattendo le ciglia.
A quanto pare, Nick Fury è pieno di
sorprese, pensa, sorridendo, Capitan America. Chissà che direbbero i presenti
se sapessero che nel SUV parcheggiato poco lontano c’è una ragazza che potrebbe
essere anche lei sua figlia e che è una killer dei servizi segreti russi? Il
suo è solo un sospetto e non ne parlerà di certo.
È Lance Hunter a rompere il silenzio
che si è creato:
-Questo è quasi
avvincente quanto Eastenders!-
-Quanto cosa? -
chiede a nome di tutti Daisy Johnson.
-Una delle soap
opera di maggior successo in Gran Bretagna.- gli dà man forte Leo Fitz, mentre
pensa che non vede l'ora di raccontarlo a Jemma.
-Non sono affari
che ci riguardano.- cerca di tagliar corto Phil Coulson, per rispetto del
vecchio boss, nonché tacito idolo.
-A meno che non
interferiscano con le capacità di giudizio in missione.- manda una frecciata
Melinda May.
Con il tradimento di Ward nel curriculum, la sua
vecchia squadra è un'esperta in materia.
-Se avete finito
di spettegolare su di me, vi consiglio di darvi una mossa.- interviene Nick,
lasciando cadere nel vuoto la provocazione -L’Hydra voleva metterci in
ginocchio ma non ci è riuscita ed ho intenzione di fargliela pagare per ogni
singola goccia di sangue che ha versato oggi.-
E nessuno ha nulla da aggiungere.
In uno dei corridoi della sezione dei laboratori
qualcuno sta telefonando:
- ... sì, non
stiamo avendo un attimo di tregua in questo periodo. Sono contento che tu sia
lontana e non abbia rischiato la vita qui.-
Leopold Fitz sta parlando al telefono con la sua
ragazza Jemma Simmons, temporaneamente stanziata presso i laboratori della NASA
sulla costa ovest.[8]
<<E togliermi
così tutto il divertimento? BÈ, sì, chi voglio prendere in giro... qui a
studiare reperti extraterrestri mi diverto molto di più>> ammette la
scienziata, dall'altro capo della linea.
- Se non ti
conoscessi, non so se ci crederei. Stai già... facendo amicizia?- domanda
allusivo.
Vorrebbe disperatamente chiedere se sta lavorando al
fianco dell'astronauta belloccio Will Daniels, non ha il coraggio di esporre
così la sua gelosia.
<<Non
ancora, mi sto ancora sistemando. Né intendo stare più del dovuto qui>>
lo tranquillizza lei.
-Va bene. Ti
richiamo più tardi che sono arrivato dal Direttore.-
<<Ok,
pasticcino>>.
Con il sorriso sulle labbra, Fitz bussa alla porta del
Dott. Sidney Levine, il Direttore della Sezione Scientifica. Il suo capo,
tecnicamente, quando non risponde al supervisore Gonzales.
-Mi cercava,
dottor Levine?
-Prego, Fitz.
Credo che tu sia rimasto l'unico nell'edificio a non chiamarmi «Gaffer».-
-Ci tengo al
protocollo, signore.
-Goditelo.-
s'intromette il suo vice, il figlio d'arte Timothy Dugan Jr., in altre faccende
affaccendato.
-Come procede
l'analisi dei relitti?- domanda Gaffer, riferendosi agli aerei dell'Hydra
abbattuti da Daisy Johnson e Lincoln Campbell.[9]
-Bene, signore,
anche se non abbiamo ancora ricavato notizie significative.-
-L'Hydra ci
manda contro agenti scarsi ma è sempre scaltra nell'occultare le prove - commenta
l’altro, senza rendersi conto della gaffe alle orecchie di Fitz, una vittima
dell'agente dell'Hydra Ward. -In realtà ti avevo chiamato per una
comunicazione... di cortesia. Ho affidato a un team indipendente di agenti
della mia divisione le analisi su Grant Ward. Mi fido ciecamente dei
Fitzsimmons ma, a prescindere dal fatto che l'agente Simmons è la biologa
della... coppia e al momento non è in sede, io e Nick siamo d'accordo che per
evitare conflitti d'interessi e... contaminazioni emotive, nessuno dello
storico... Team Coulson sia coinvolto nell'analisi. Nulla di personale, nessuna
svalutazione nella vostra professionalità.-
-Lo capisco,
signore, sono più tranquillo anch'io così.-
-Mi fa piacere.
A testimonianza della stima che ho nei vostri confronti, controlleremo insieme
l'esito dei risultati, va bene?-
-Grazie,
signore. Se non c'è altro...-
-Puoi tornare al
tuo lavoro, figliolo.-
La North Organization è una delle più grandi società
di contractors esistenti, ha clienti in tutto il Mondo. Le sue attività vanno
dal supporto alle azioni delle forze armate di varie nazioni alla pura e
semplice protezione di clienti pubblici e privati. Tutte attività
apparentemente legittime e ben remunerate.
Carolyn St. Lawrence è, per così dire, la recluta più
recente. Il suo essere una lesbica dichiarata le ha precluso ogni possibilità
di promozione nei ranghi dell’Esercito e così lei si è congedata per cercare
nuove e maggiori soddisfazioni professionali. Questa è la storia di copertura
perché in realtà Cary è ancora nell’Esercito e si è infiltrata nella North per
scoprire se quella società sia coinvolta in attività illegali. Finora non ha
scoperto nulla ma qualcosa non la convince comunque.
In questo momento si sta allenando con Richard von
Burian, ex ufficiale dei marines e con una mossa di judo lo fa finire al
tappeto.
-Spiacente,
Maggiore, ma pare che abbia vinto questo round.- gli dice.
-Devo
riconoscere che lei è davvero in gamba, Colonnello.- replica von Burian.
Anche se lo ha detto con apparente
cordialità, Cary ne percepisce un’ostilità repressa e forse anche la
diffidenza. Una questione di gelosia professionale o qualcosa di più?
Una cosa è certa, pensa Cary: dovrà
tenere sempre gli occhi bene aperti.
5.
Laura Brown si sente improvvisamente stanca.
L’adrenalina che l’ha sostenuta durante la battaglia si è ormai dissipata, ma
non è solo questo: lo scontro diretto con le orde dell’Hydra le ha riportato
alla mente ricordi di un tempo lontano. Di quando suo padre era l’Hydra
Imperiale. Da quanto tempo non pensava a lui?
-Tutto bene,
Laura?- le chiede il suo collega, e forse anche qualcosa di più, Jonathan
“Junior” Juniper cercando di non sembrare apprensivo.
-Sì, Jon.- risponde
lei -Ho solo bisogno di riposare e rinfrescarmi un po’. Ci vediamo più tardi.-
Laura percorre un lungo corridoio e
raggiunge una toilette delle signore. Pochi minuti dopo l’acqua di un lavandino
le scorre sul viso.
Quando alza finalmente la testa si
osserva allo specchio sopra il lavandino e vede alle sue spalle un uomo dai
capelli bianchi con una maschera nera dalle lenti rosse. Un nome le sfugge
dalle labbra:
-Richard?-
L’Agente Bravo ha atteso con
pazienza il suo momento, quello in cui la sua preda avrebbe avuto la guardia
più abbassata e quel momento è finalmente venuto.
Prima che lei possa reagire, le passa un braccio
intorno al collo e con l’altra mano esercita una lieve pressione su una certa
vertebra del suo collo facendola svenire.
-Mi dispiace
Laura.- sussurra.
La solleva tra le braccia e la porta
presso una finestra. Nella confusione nessuno si è accorto del suo arrivo e con
un po’ di fortuna nessuno si accorgerà della sua partenza con una prigioniera.
Boss Morgan rientra nel suo appartamento
di Harlem, è tornato libero dopo aver pagato una sostanziosa cauzione ma ora deve
portare un braccialetto elettronico ed è obbligato a restare entro il raggio di
cento metri dall’edificio dove si trovano la sua abitazione ed il suo ufficio.
Dovesse sgarrare anche solo di un millimetro lo aspetta il carcere sino al
processo e la confisca della somma e degli altri beni dati in garanzia per la
cauzione ma lui non intende dare ai suoi nemici questa soddisfazione.
L’accusa di ostruzione alla giustizia può portarlo in
carcere per diversi anni e l’udienza preliminare ha chiarito che esistono
registrazioni audio e video che provano che lui ha ordinato di far sparire il
cadavere della giornalista della WFSK Belinda Scott e distruggere ogni prova
della sua presenza nel suo appartamento.[10]
Le registrazioni provano anche che lui è innocente del delitto, commesso da un
ignoto cecchino che voleva uccidere proprio lui e non Linda, che si era
intromessa sulla linea di tiro salvandogli inconsapevolmente la vita, ma provano
anche la sua colpevolezza nel distruggere le prove. L’appiglio che da sempre
investigatori locali e federali cercavano per distruggerlo.
Deve trovare a tutti i costi un modo per cavarsela
perché i suoi rivali come Cottonmouth non aspettano altro che l’occasione buona
per impadronirsi del suo territorio.
Apre la porta e sente una voce di
donna dire:
-Sei tornato,
finalmente! -
Dal salotto esce una donna
afroamericana come lui e che ben conosce:
-Leila!- esclama
sorpreso -Che ci fai qui? Credevo fossi ancora a Los Angeles.-
-Sono tornata,
come vedi.- replica Leila Taylor -Pare che tu abbia bisogno del conforto di
un’amica in questi giorni.-
-E le gemelle?-
-Sono al sicuro,
tranquillo. Sei molto carino a preoccuparti delle mie figlie.-
-Non sono solo
figlie tue.-
-Di questo
parleremo in un altro momento. Ora raccontami tutto, Paul.-
Più impacciato di quanto ci si
aspetterebbe da uno con la sua reputazione, Morgan inizia a parlare.
Al Quartier Generale dello
S.H.I.E.L.D., un anonimo Agente della sezione scientifica preleva - con una
tempia imperlata di sudore, dettata dal timore della fama del
"paziente" - l'ultimo campione biologico che gli serve dall'interno
della guancia di Grant Ward. Per motivi simili a quelli che hanno esautorato
Fitz dalle analisi, Fury avrebbe dovuto obiettare alla presenza di Daisy
Johnson nel plotone incaricato di sorvegliare il prigioniero; la fiducia
nell'Agente e nei suoi poteri metaumani avevano prevalso. Ciò non significa che
la tensione non si possa tagliare a fette, nella sala detentiva.
Quake cammina avanti e indietro in attesa del
risultato del test, come un padre all'esterno di una sala parto. A lei era
sovvenuto il dubbio che l'Agente Ward fosse in realtà un clone dell'Hydra, che
il collega a cui voleva bene fosse vivo da qualche parte - oppure morto, ma almeno
con la coscienza pulita. Quella coscienza pulita che ogni tanto balugina, fa
capolino, nelle azioni dello spregiudicato essere umano che si ritrova di
fronte.
-Perché ti sei
fermato ad aiutarmi, là fuori?- prende a parlargli dal nulla, guardandolo
dritto negli occhi. Doveva togliersi quel groppone dalla gola.
-Uh? Forse sono
un sentimentale.-
-Se mi vuoi far
credere di provare ancora qualcosa per me... mi viene il voltastomaco. Davvero.-
Daisy distoglie lo sguardo, con espressione effettivamente disgustata. -Tu non
puoi provare nulla, per nessun essere vivente, nemmeno un cane. Spero solo che
arrivi quel dannato risultato e di poter chiudere questa storia una volta per
tutte.-
-Non spasimo
all'idea di scoprire di essere un clone. Comunque vada a finire, vorrei
ricevere un giusto trattamento.-
-BÈ, puoi
scordartelo.-
-Anche se vi
dessi il modo di raggiungere il Quartier Generale dell'Hydra e infierire loro
un colpo mortale?-
-Come, scusa?-
si congela Skye.
-Hai capito
bene. Riferisci ai tuoi superiori: se mi darete le giuste garanzie sul mio
futuro, nero su bianco, io vi fornirò le coordinate della nuova Isola
dell'Hydra.-
Daisy Johnson sgrana gli occhi. Non si fida per nulla,
ma non può non prendere il suo comunicatore per chiamare Robert Gonzales.
CONTINUA SU AGENTS OF S.H.I.E.L.D. 007
NOTE DEGLI AUTORI
Praticamente nulla da dire. Chi non
avesse letto Agents of S.H.I.E.L.D.
#006 e Nick Fury #16 può forse
trovarsi un po’ sconcertato dal turbine di eventi che gli sono stati
presentati. Non possiamo che rimandarvi a quegli episodi per maggiori
chiarimenti.
Nel prossimo episodio: le manovre
della North Organization si intrecciano con gli intrighi politici di Washington
e con le conseguenze della guerra contro l’Hydra,
Carlo e Mickey
[1] Direttamente dall’ultimo episodio.
[2] Due episodi fa
[3] Sempre nell’ultimo episodio.
[4] Il numero delle emergenze negli Stati Uniti, nel caso non lo sapeste.
[5] Per esempio su Nick Fury #16 e nell’ultimo episodio.
[6] Su Nick
Fury #17.
[7] In un dietro le quinte di Nick Fury Vol. 3° #25 (In Italia su Iron Man, Play Press, #45) raccontato su Agents of SHIELD #006.
[8] Come visto su Agents of SHIELD #006.
[9] Sempre su Agents of SHIELD #006.
[10] Come visto nell’episodio #75.